Oggi voglio rinfrescarvi le idee circa una vera mania che iniziò ad impazzare in maniera imprevista agli inizi del 2003, solo una decade fa, quando il californiano Linden Lab e il visionario imprenditore Philip Rosendale lanciarono il loro bizzarro progetto di creare una realtà alternativa inserita in un contesto del tutto virtuale.
Il progetto si chiamò da subito Second Life, ovvero una vita digitale vissuta in un ambiente tridimensionale attraverso il nostro avatar personale. Una specie di The Sims però con una quantità pressoché infinita di possibilità di interazione con gli altri utenti, un universo parallelo dove è possibile chattare, socializzare, mettere in piedi un’attività, comprare, vendere, flirtare, prendersi una sbronza colossale e tanto altro.
Un’autentica rivoluzione che secondo gli auspici degli ideatori doveva avere come obiettivo quello di “completare” la nostra vita reale donandoci un’alter ego virtuale e aprirci la strada verso esperienze magari non concesse nella vita di tutti i giorni. Lo sanno bene i tantissimi utenti, anche italiani, che ancora oggi popolano le terre di Second Life e che si relazionano con altri giocatori sparsi in tutto il globo.
Second Life ha goduto di un massiccio boom negli anni appena successivi al suo lancio anche grazie alla curiosità dei mass media che hanno sottolineato l’aspetto rivoluzionario del progetto, anche se in parte a volte hanno contribuito a creare una certa confusione in quanto ai suoi contenuti.
Negli ultimi anni la stampa ha incominciato invece a “snobbare” Second Life ascrivendolo a un bizzarro fenomeno di costume e sottovalutandone spesso l’importanza intrinseca anche in relazione all’esplosione, negli stessi anni, delle reti social. Ad ogni modo sta di fatto che Second Life ha tenuto duro negli anni e si è garantita uno zoccolo duro di circa un milione di utenti che ancora oggi continuano ogni giorno a collegarsi alla propria vita digitale. Non molti di meno dell’era del grande lancio e potrebbe di certo contenerne molti di più garantendo al sistema una stabilità eccellente.
Il bello, o per alcuni il brutto, di Second Life, è che non ci sono scopi o particolari obiettivi da raggiungere all’interno dai vari mondi popolati, nessuno ci spingerà a fare quello che non vogliamo o a seguire particolari percorsi. Potremo noi stessi fin da subito scegliere come gestire la nostra esistenza digitale. Se da semplici osservatori o da intraprendenti protagonisti. Insomma un mondo facile ma a tratti anche difficile da comprendere dove tutto è possibile e non c’è una sceneggiatura da interpretare.
Second Life quindi è ancora vivo e vegeto e a detta degli sviluppatori ancora per molto. Perché non provare? Trovate il link al sito ufficiale italiano qui di seguito … Buon divertimento!
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