Passando del tempo a casa del mio amico Francy, padrone di una PlayStation 3 e di un mega-televisore con tecnologia a led di ultimissima generazione, ho scoperto un gioco al quale in precedenza avevo prestato davvero poca attenzione. Forse perché gli sparatutto non sono mai stati i videogiochi da me preferiti (escluso Metal Slug, davvero fenomenale). Quello di cui stiamo parlando, però, Call of duty, è tutt’altra cosa. Qui il livello del virtuale che si fa realtà è davvero alto.
La grafica è davvero grandiosa e suppongo che lo sia anche sulle altre piattaforme. Call of Duty, infatti, è stato realizzato e prodotto anche per Xbox 360, Microsoft Windows, Nintendo Wii, PlayStation 2, Nintendo DS e cellulari di ultima generazione. Davvero un gioco multi-piattaforma!
Il gioco si presenta graficamente reale, in particolare nella modalità di giocatore singolo, in questo caso la tv prende il posto della nostra visione ottica e, dopo poco, già non si vede altro intorno a quello schermo, che è diventato la nostra realtà. Le prestazioni di queste avanzatissime console regalano davvero performance strabiliante.
Per quanto, invece, riguarda la modalità di gioco in cooperazione (vale a dire, la possibilità di partecipare alla guerra in coppia con un altro, utilizzando la stessa console), ho notato, come è normale che sia, che il realismo del gioco perde di verità, dato che lo schermo del televisore, venendo suddiviso in due visuali, affianca in maniera molto ravvicinata le schermate dei due player. Così ognuno vede anche ciò che perlustra l’altro, negando così alla nostra mente la possibilità di immergersi totalmente nel videogioco (ciò, comunque non è sempre negativo).
Ritengo che sia di grande importanza, degna di informazione, e da non sottovalutare, la modalità multi-giocatore. Ormai tutti ben conosciamo le capacità della PS3, come di altre console, di connettersi alla rete e navigare in internet. Proprio ciò consente di partecipare al gioco anche in quattro player contemporaneamente, ogni coppia con una console differente. Ma tutti all’insegna di obiettivi comuni e combattenti per la stessa missione!
Certamente, questi giochi donano l’ebbrezza di essere nel bel mezzo di una guerra, qui in Russia, dove vi sono dei “leggeri” problemini con un movimento ultra-nazionalista che fa dell’ex leader Imran Zakhaev un idolo da seguire e far rivivere.
Solo un consiglio prima di concludere questo post, amici di Fantagiochi: giochiamo pure a questi videogiochi bellici, ma non dimentichiamo mai che vivere a quei tempi significava soffrire, soffrire molto, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, e la guerra non ha mai portato positività, ma solo morte e distruzione.
Buona performance a tutti.
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