Molte volte abbiamo messo in guardia contro l’uso eccessivo e non controllato dei videogames, oggi vogliamo spezzare una lancia in lo favore. Uno studio pubblicato di recente su Nature ha dimostrato infatti come negli umani un videogame possa incrementare le abilità di multi-tasking.
L’esperimento è stato applicato agli anziani e ha dimostrato come i benefici di tale attività permangano per un periodo di tempo oltre i sei mesi. I detrattori del mondo dei videogiochi hanno sempre sostenuto che in realtà le abilità all’interno del mondo di gioco non si traducono in un miglioramento effettivo di prestazioni nella vita reale. Lo studio invece smentisce tutto questo affermando che soprattutto le persone anziane possono beneficiare di un certo aumento delle loro abilità multi-tasking.
Lo studio è stato diretto da un neuro scienziato chiamato Adam Gazzaley della University of California utilizzando NeuroRacer, un videogioco tridimensionale dove occorre pilotare una macchina lungo un percorso tortuoso con il solo pollice sinistro. Al tempo stesso devono controllare delle immagini sullo schermo che compaiono a intervalli irregolari e abbattere la figura con il dito della mano destra.
L’esercizio si basa su attività ricorrenti che possono verificarsi anche nella vita reale, il tutto al fine di mantenere una certa concentrazione su più attività differenti. Lo studio ha coinvolto diversi soggetti appartenenti a fasce di età differenti.
Lo studio ha dimostrato come gli anziani, dopo un periodo di formazione, abbiamo incrementato così tanto le loro abiblità multi-tasking da superare i loro colleghi più giovani collocati nella fascia di età dei 20 anni. Queste abilità sono inoltre rimaste intatte per i successivi sei mesi senza scomparire.
Subito prima e dopo il periodo di formazione sono stati condotti ulteriori test che hanno dimostrato come alcune abilità cognitive non prese affatto in considerazione dal gioco siano migliorate e rimaste allo stesso livello nel lungo periodo.
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