Il linguaggio è premessa ad ogni sorta di conoscenza e di rapporto. Senza il inguaggio non saremmo in grado di comunicare. Non sto parlando di lingua, italiana, francese, inglese, tedesca, latina. Sto parlando di linguaggio. Quella capacità della nostra di codificare tutto ciò che pensa. Anche il pensare ha un suo linguaggio e delle sue codifiche.
Ogni uomo è propenso al linguaggio. Ma affinché il linguaggio possa uscire dall’uomo, poiché la sua esistenza nell’uomo è stata creata da Dio ed è costitutiva della nostra natura, occorre una presenza evocatrice. Una presenza, dunque, in grado di tirare fuori da noi, di far riaffiorare questa capacità di comunicazione. Occorre una presenza. Questa presenza sono le persone che ci stanno attorno. In primis, per il bambino che nasce, la madre.
La comunicazione iniziale è fatta di sguardi, di relazione, che diventa poi fiducia e giunge alla conoscenza, delle persone, delle cose, attraverso l’esperienza. Oggi la comunicazione sembra, attraverso la rete, ritornare a quella infantile, meno precisa ma semplice e di grande impatto, e spesso anche efficacia.
Se analizziamo le comunicazioni che avvengono online, su Facebook, Msn, ma anche via SMS attraverso i telefoni cellulari, notiamo che le parole, i termini, sono nettamente abbreviati. Per quanto riguarda gli SMS troviamo una motivazione chiara a ciò, economica direi, no?! Ma se facciamo riferimento a Facebook e ad ogni tipo di comunicazione online non troviamo alcuna motivazione di carattere economico, dunque?! Perché anche qui la comunicazione si fa corta, abbreviata e onomatopeica?
Forse che nella post modernità vogliamo tutto e subito? Che non abbiamo più il tempo di aspettare e la vita frenetica che troviamo attorno a noi si riversi anche sulla nostra comunicazione? Obiettivo centrato!
Credo che questo sia uno dei motivi fondamentali dei nuovi caratteri della comunicazione online. Inoltre, probabilmente, ci troviamo in un epoca (sembra un paradosso ma questa è la realtà) dove la rete e la tecnologia rendono le comunicazioni sempre più superficiali e contingenti, perciò occorre riportare calore a queste comunicazioni, e come farlo? Attraverso le onomatopee (sigh, wee, smack), attraverso gli smile, attraverso le emoticons ed ogni altra sorta di elementi in grado di aumentare il grado di calore affettivo all’interno delle comunicazioni della rete.
Il mio parere?!
Mi sembra una buona trovata, e nessuno ha deciso di inventare questi metodi, queste scappatoie alla freddezza della comunicazione. Esse emergono dal basso, dalla società, in modo spontaneo e naturale, proprio perché la comunicazione sociale di per sé è calda, e porta nella sua storia l’antica comunicazione tribale, comunicazione caratteristica dei popoli più antichi e riattualizzata dall’era dell’elettricità e dalla rete!
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